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La maggioranza dei Vecchi Credenti, i più moderati, divennero pretisti, cosiddetti perché riconoscevano l’autorità di coloro che erano sacerdoti da prima dello scisma, di fatto volendo mantenere la stessa vita parrocchiale di prima. La minoranza più estrema, i non pretisti, si rifiutò di avere sacerdoti, ritenendo che la vera Chiesa di Cristo avesse cessato di esistere sulla terra, profetizzò la fine del mondo, invitò all’ascetismo e alla rinuncia di tutti i sacramenti, ad eccezione del battesimo. Si diffuse l’abitudine di non radersi la barba, si proibì il consumo di caffè, tè e tabacco. Molti Vecchi Credenti finirono per chiudersi letteralmente al mondo, rifiutando tutto quanto fosse moderno e portatore di cambiamenti al punto che dividere il proprio cibo con non fedeli del proprio credo o usare oggetti di proprietà di non fedeli divennero tabù. Si generarono molti gruppi separati, ognuno dei quali prese la propria direzione e poco si rapportò con altre comunità di Vecchi Credenti, dando vita a una galassia molto variegata e disgregata.
Anziana Duchobory in abito tradizionale, Gorelovka in Georgia - Copyright Pianeta Gaia
La reazione da parte di Nikon e dello zar non tardò a manifestarsi. Nel 1657 venne lanciato un anatema contro i Vecchi Credenti: i libri sacri andavano sostituiti con quelli autorizzati e le nuove chiese non dovevano più avere la copertura a forma di tenda. Venne emesso il divieto di produrre le icone nel vecchio stile, quando potevano essere anche incise o a sbalzo: da quel momento in poi potevano essere solamente dipinte e furono istituite squadre che le cercavano casa per casa e quando le trovavano dovevano deturparle. Ai dissidenti venne tolto ogni diritto civile, alcuni vennero torturati, altri esiliati in Siberia, altri ancora giustiziati.
Vecchia Credente di Kolkja, in Estonia - Copyright Pianeta Gaia
Dal 1685 la persecuzione si intensificò, con esecuzioni sommarie in tutto il paese, e s’accentuò ulteriormente il ricorso all’emigrazione dei Vecchi Credenti ai margini dell’Impero Russo, in regioni quali il Caucaso e sulle rive del Mar Baltico. Altri invece cercarono di ricominciare la loro esistenza fuori dai confini russi: ne troviamo anche in Italia, a Torino, anche se le comunità più numerose hanno trovato le migliori opportunità oltreoceano, in Canada e negli Stati Uniti, Alaska compreso, e in Australia. Non tutti si limitarono ad andarsene: alcuni optarono per la ribellione armata, altri per l’auto-immolazione sul rogo collettiva (circa 20.000 perirono in questa crudele modalità tra il 1685 e il 1690) o addirittura per l’auto-sepoltura. Anche in casi meno estremi, i Vecchi Credenti costituivano un pericoloso esempio di rifiuto dell’autorità: non solo si rifiutavano di seguire le direttive religiose, ma rifiutavano anche di prestare il servizio militare (anche per motivi pacifisti, molti diedero fuoco alle armi in loro possesso) e in generale non applicavano le leggi che non ritenevano giuste, in pratica autoregolamentandosi e dando vita a comunità completamente fuori dal controllo governativo.
Un anziano Molokan di Fioletovo, in Armenia - Copyright Pianeta Gaia
Nel corso dei secoli l’oppressione del governo nei loro confronti alternò fasi di attenuazione a quelle di recrudescenza. Nel 1905 Nicola II sancì la libertà di culto e ai Vecchi Credenti venne nuovamente permesso di costruire chiese e tenere processioni. Il vecchio rito ebbe un boom di seguaci, arrivando a contare circa 20 milioni di adepti ma questo “periodo d’oro” durò poco: nel 1917 la Rivoluzione d’Ottobre e i suoi ideali secondo i quali “la religione è l’oppio dei popoli” cambiò di nuovo le carte in tavola, stavolta a sfavore dei Vecchi Credenti. Comunque, fu in epoca sovietica, nel 1971, che il patriarcato revocò l’anatema, anche se secoli di divisione rendono improbabile una definitiva riconciliazione tra le due chiese. Col crollo del blocco sovietico e il conseguente ritorno della religione, molti Vecchi Credenti espatriati hanno cominciato a tornare in Russia, in particolare i Duchobory della Georgia, ma questo ratamente avviene all'interno di comunità di correligionari, portando inevitabilmente alla rinuncia della cultura da cui provengono. Per questo, le comunità dei Vecchi Credenti sono in via di assottigliamento, se non si estinzione: dove non potè il potere dello zar e della chiesa ufficiale, pare essersi saputo infiltrare il germe dello stile di vita omologato occidentale.
ESPERTO: Viaggi etnografici e alternativi
Roberto