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Il Nord Ovest Argentino - III

Il dettagliato diario di viaggio del nostro Luca

 

...segue 

 

7° giorno 

Visto che a causa delle condizioni atmosferiche non è ancora possibile fare il volo in parapente, decidiamo di lasciare la vivissima Cordoba, ma raggiungere il Parco Nazionale Las Quijadas pare complesso. Troviamo così uno spostamento per Villa Dolores con lo stesso autista del giorno precedente. Nella cittadina, incastonata tra la Sierra Centrale e le Ande, fa un caldo indescrivibile e visto che c’è ben poco da vedere decidiamo, come molti, di passare il tempo al bar del terminal dopo aver dibattuto col maletero della nuova situazione cilena. Lui è un cileno espatriato dopo il colpo di stato del 1973 e ora, morto Pinochet, pensa di rientrare almeno in vacanza in quello che fu il suo paese. Da qui con un bus arriviamo a San Luis, quando arriviamo è sera e ci fermiamo nel primo posto che incontriamo per cercare di organizzarci per il giorno seguente. Purtroppo è già tutto chiuso, non ci rimane che andare a mangiare presso il primo ristorante che troviamo.

 

Agnelli al Mercado Central di Cordoba

 

8° giorno

Ci dirigiamo allo sbaraglio verso il terminal sperando di incontrare qualcosa che ci possa portare al Parco Nazionale Las Quijadas. Purtroppo un servizio regoalre di bus non c’è, si potrebbe fare un biglietto fino a San Juan e farci scaricare lungo la strada, ma poi ci dicono che non è detto che un bus ci carichi. A quel punto decidiamo di raggiungere direttamente San Juan (conosciuta anche come La Porta dell’Inferno…) col bus (4:30 ore). Col taxi ci facciamo portare in un hostal che è come un vento invernale che improvvisamente porta calore anche quando il tempo sembra volgere al brutto. Non c’è bisogno di questo ora, fa un caldo disperato, si sopravvive solo perché tutte le strade sono costeggiate da enormi platani così il sole non ci buca la pelle. La città, essendo vigilia di Natale, è addormentata, l’ufficio turistico è aperto ma non dà che qualche info, mentre per i viaggi ai parchi non si riesce a organizzare nulla. Ci giriamo così in lungo e largo la città, che fu il luogo nativo di Sarmiento, il terzo presidente argentino che diede un forte segnale di evoluzione culturale alla popolazione. C’è anche la sua casa-museo ma oggi ovviamente non è visitabile. Per cena è tutto chiuso, riusciamo a farci prendere dal più grande ed elegante ristorante della città che ha organizzato un cenone di gran classe all’interno del cortile dove fanno bella mostra di sé le parillas. Menù fisso, ma stile tenedor libre sia come cibo che come bere. Il Remolachas costa, per qui è tanto ma per un cenone di Natale dove ti servono di tutto e soprattutto del bife de lomo fino a quando praticamente devi litigare per evitare di fartene portare ancora non è veramente nulla. Dobbiamo fortemente ringraziare il capocameriere che vedendoci vagare semidisperati ci ha ugualmente fatti entrare nonostante l’abbigliamente disgustosto che sfoggiavamo, visto il tono della serata (costante dei miei viaggi, come penso accada a tutti i viaggiatori).

 

La formazione rocciosa detta "El Submarino", Parco Nazionale Ischigualasto

 

9° giorno

La mattina di Natale ci siamo solo noi in giro e una famiglia francese, poi nel primo pomeriggio col bus raggiungiamo San Augustin del Valle Fertil. Lo scenario cambia, deserto ma molto bello con passaggio da Difunta Correa. Qui, in pieno deserto, leggenda narra che una madre col suo piccolo si persero e dopo tre giorni di agonia la madre morì. Il piccolo continuò miracolosamente a succhiare il latte dalla madre e dopo svariati giorni (quanti? A seconda di quanto vi piace la leggenda…) fu ritrovato vivo. I pellegrini iniziarono a venire a portar doni alla Difunta Correa e ora sorge un santuario attorniato da mercato, bancarelle, comedores… Arriviamo a S. Augustin e siamo assaliti da agenzie di viaggi e gente degli hostales. Me individuiamo uno e poi organizziamo l’escursione al Parco Nazionale Ischigualasto (conosciuto anche come Valle della Luna) per il giorno seguente. Ci giriamo il pueblito fino al dique (si può fare il bagno) alla fine del paese verso le prime colline, da dove c’è anche una grande vista della zona, poi cerchiamo un posto per mangiare dove sembra tutto chiuso. Di aperto c’è solo un posto che fa un po’ da tutto, comunque serve da mangiare molto bene. Rientrando in centro ci imbattiamo in una rappresentazione natalizia dei bambini del luogo. Quello che più colpisce è il fatto che molte delle persone arrivate ad assistere allo spettacolo siano giunte a cavallo. Presso l'hostal c’è l’uso della cucina, chi vuole può farsi da mangiare comprando qualcosa in un negozio che da sulla piazza centrale aperto 24 ore su 24 tutti i giorni dell’anno!

 

continua...

 

Il Nord Ovest Argentino - I

Il Nord Ovest Argentino - II

 

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Luca

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