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Colazione da campo alle prime luci dell’alba, mentre smontiamo le tende che notiamo alzate nel mezzo di un possibile percorso, ma tanto di notte da queste parti nessuno circola, poi sosta al pozzo per recuperare acqua e via verso la base del vulcano.
Paesaggio ricoperto di lava solidificata
I chilometri da percorrere sono 18, ma serve un’ora e mezza per raggiungerlo. Non parliamo di strada, si va dove la lava permette, incontrando anche un villaggio Afar che sorge nel bel mezzo della lava dove non esiste nulla per ripararsi. Qui in estate la temperatura varia tra i 60° ed i 65°, ed anche ora di giorno non scende sotto ai 40° …
Arrivati al luogo dove lasciare le jeep, dobbiamo attendere fino alle 15:30 per poter salire, altrimenti sole e temperatura ci ucciderebbero. Nel frattempo trattiamo per qualche dromedario che porterà vettovaglie e una guida per indicarci il cammino, notando che l’uomo costa meno che l’animale.
I dromedari sono utili per trasportare vettovaglie
Attendiamo la partenza rifugiandoci sotto a una veranda improvvisata costruita con un telo steso tra due jeep a mangiare e far passare il tempo, mentre le guide gradirebbero insegnarci a sparare col kalashnikov. Ok che non si veda nulla in giro, ma il solo sentire gli spari m’inquieta, ma inquieta anche il fatto che pare se la prendano a male se nessuno si lanci nell’addestramento. Così Oswald decide di assecondare le guide facendo tornare il sorriso sulle loro facce.
L’ascesa al vulcano dura dalle due ore e mezza alle tre, dipende dal vostro passo, ma le prime due sono poco più di una passeggiata, i circa 700 metri di dislivello sono tutti nell’ultimo tratto (il vulcano è a 612 metri, ma si parte da circa -100 metri).
continua...
BLOGGER
Luca