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Molto popolari sono anche gli Hamer, che abitano sulla riva sinistra del fiume Omo, soprattutto per merito delle donne che, impiastricciandosi i capelli e il corpo (seminudo) con un misto di burro animale e ocra rossa, sono considerate le più belle del paese. Questa popolazione è nota anche per la cerimonia del “Salto del Toro”, un rito di passaggio d'età, corredato dal non meno spettacolare frustamento delle donne. Molto fotografati, per via della tradizionale pittura del corpo, sono i Karo, spesso davanti alla stupenda ansa del fiume Omo sottostante al loro villaggio. Nell'area più meridionale di quest'area, a Omorate e dintorni, s'incontrano i Daasanach.
Donne Hamer con diversi stili di abbigliamento - Copyright Pianeta Gaia
La zona è il territorio anche di altre popolazioni molto colorate e interessanti quali gli Arbore in cui le giovani in età da marito portano i capelli rasati mentre le sposate li lasciano crescere, i Banna le cui ragazze portano spesso coloratissimi fermacapelli sui capelli acconciati come quelli delle Hamer, i poco conosciuti Tsemay che hanno decorazioni similari a quelle di Hamer e Banna. Si distinguono da tutti gli altri i Konso: considerati i migliori agricoltori del paese, hanno villaggi molto particolari, circondati da mura in pietra circoncentriche e con piazzette su cui sorge il “palo delle generazioni”. A differenza degli altre popolazioni dell'area, dedite alla pastorizia e che con risicate produzioni artistiche limitate più che altro agli onnipresenti poggiatesta, i Konso sono noti anche per scolpire i “waka”, figure funerarie in legno.
Ragazze Arbore - Copyright Pianeta Gaia
Sull'altra riva del fiume si trovano invece, oltre ai Suri con i quali sono perennemente in conflitto, i Nyangatom, le cui donne hanno inserti sotto al labbro inferiore. Più a nord, ma poco frequentati dal turismo perché ormai quasi occidentalizzati nei costumi, vi sono i Dizi e gli Anuak. Saltuariamente ci s'imbatte in qualche Kachipo, appartenenti al già citato gruppo dei Surma e con vistose scarificazioni, provenienti dal vicino – e turbolento – Sud Sudan.
Donne Nyangatom - Copyright Pianeta Gaia
Allontanandosi dalle vicinanze del fiume e recandosi a est, verso il confine con la Somalia, ci si imbatte nei Borana, conosciuti per la raccolta dei fanghi salati all'interno di un vulcano spento e per la tradizione dei cosiddetti “pozzi cantanti”. Decisamente più a nord, si trovano i villaggi dei Dorze, ormai piuttosto occidentalizzati nell'abbigliamento – se si eccettuano i colorati tessuti – ma che vivono in capanne tradizionali molto particolari a forma di elefante che meritano la visita. In una zona completamente diversa, cioè in quella Dancalia che ha uno dei climi più inospitali del pianeta, si trovano gli Afar, una popolazione storicamente molto aggressiva nel difendere le scarsissime risorse d'acqua del loro territorio e dotati di lungi capelli ricci.
ESPERTO: Viaggi etnografici e alternativi
Roberto