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Dopo avervi parlato delle interessanti minoranze etniche dello stato Kayah, oggi affrontiamo quelle non meno interessanti dello stato Shan, una regione del paese la cui parte più orientale, il cui centro vitale è la città di Kengtung, è raggiungibile solo via aereo, perché la strada è chiusa agli stranieri, che verrebbero rimandati indietro al primo check point. Non di rado i turisti accedono alla parte orientale dello stato Shan dalla Tailandia, senza proseguire il viaggio nel resto della Birmania.
Donne dell'etnia Akha (foto tratta da pixabay.com)
La ragione di questo (parziale) isolamento è da ricercarsi nella storia recente di questa parte del Myanmar e in particolare dell'etnia che da il nome allo stato, gli Shan. Da molti decenni dediti al traffico dell'oppio, sono tutt'ora in conflitto col governo centrale e covano intenzioni secessioniste. Non a caso ci troviamo nel cuore del cosiddetto Triangolo d'Oro, nome generato dall'uso di pagare con barre del prezioso metallo le partite di oppio. Ciò nonostante questa è una zona tranquilla, frequentata da decenni senza problemi da uno sparuto turismo internazionale. Comunque gli Shan, circa 5 milioni di persone, hanno dei costumi abbastanza modesti e raramente sono il motivo per cui i viaggiatori interessati alle popolazioni si spingono fin qua. Chi viene in questa regione lo fa per le cosiddette “hill tribes”, i piccoli gruppi etnici che abitano i villaggi di montagna dei dintorni che vengono di norma raggiunti col trekking.
Anziana di etnia Akhi (o Akhu) con pipa di bambù (foto Shawn Smith)
L'etnia che di norma affascina maggiormente è quella degli Akha, le cui donne indossano complicati copricapi (ne ho un paio nella mia collezione di cappelli tribali) decorati con sfere d'argentone, pon-pon, monete, perline e a volte anche stecche di bambù. Le donne anziane praticano l'annerimento dei denti. Vivono per lo più ancora in villaggi tradizionali di case di legno e bambù su palafitte. Originariamente semi-nomadi, ora molti sono stanziali. Gli insediamenti più caratteristici, per entrare nei quali si attraversa una “porta” di legno intagliato, sono quelli più distanti dalle città.
Denti anneriti per le donne dell'etnia Ann (foto tratta da audleytravel.com)
Meno vistose ma altrettanto ancorate allo stile tradizionale sono le donne dell'etnia Akhi (o Akhu). In testa portano un turbante di cotone nero, indossano giacche dello stesso colore e gonne abbellite da strisce verticali. Portano collane di perline e particolari orecchini circolari, oltre a fumare da pipe di bambù. Non molto diverse sono le donne dell'etnia Ann: anch'esse vestite principalmente in abiti di cotone nero, portano turbanti neri decorati con cauri, vistosi orecchini con file di perline e si anneriscono i denti come segno di bellezza. Gli Ann sono animisti e credono negli spirit “nat”, credenza diffusa anche in altre parti della Birmania.
Di minoranze di questa parte di Birmania continueremo a parlarne anche in un prossimo articolo.
ESPERTO: Viaggi etnografici e alternativi
Roberto