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Kalsoy è una delle isole più piccole tra le 18 maggiori che costituiscono questo piccolo ma variegato arcipelago in mezzo all'Oceano Atlantico, a metà strada tra la Scozia e Islanda. Questa stretta fetta di terra è abitata da appena 76 persone e fa parte del distretto di Klaksvik, la seconda città dell'arcipelago situata nella vicina isola di Bordoy, dal cui porto parte il traghetto che la raggiunge 3 o 4 volte al giorno. Il traghetto è piuttosto piccolo, del resto il percorso che copre è breve (circa 20' di navigazione) e in acque riparate, e può ospitare circa una dozzina di veicoli, quindi è bene presentarsi per tempo all'imbarco per evitare che, causa riempimento dei pochi posti, si debba aspettare la partenza successiva. Il numero delle partenze varia in base ai giorni della settimana e del periodo dell'anno.
Il faro di Kallur e il vertiginoso orrido alle sue spalle (foto Maria Picco)
La "star" assoluta fra le visite dell'isola è il trekking che, partendo dal grazioso piccolo villaggio di Trøllanes (abitato da appena 13 anime), conduce al faro di Kallur, posizionato in un'ambientazione a dir poco spettacolare sull'estremità dell'isola che punta verso il mare aperto. Il sito è talmente maestoso da essere stato scenario delle gesta dell'ultimo film di James Bond dal titolo "No Time to Die", girato nel 2019 e - causa pandemia - uscito nelle sale solo a settembre 2021. La vista è particolarmente suggestiva se si percorre il breve, ma stretto, sentiero che porta alla punta davanti al piccolo faro, in modo da fotografarlo assieme alla drammatica scogliera a picco che, vista da qui, si innalza alle sue spalle. Il sentiero, non difficile ma in cima a una piccola cresta, può creare difficoltà a chi ha problemi di vertigine.
La statua di Kopakonan, la leggendaria donna-foca - Copyright Pianeta Gaia
L'altro luogo imperdibile per chi visita Kalsoy è il villaggio di Mikladalur, ai cui piedi è stata eretta una statua in bronzo e acciaio di 2,60 metri di altezza, rappresentante Kopakonan, una selkie (donna-foca) della cui storia, affascinante ma anche cupa come solo le leggende nordiche sanno essere, vi raccontiamo solo l'incipit per lasciarvi il divertimento di farvela raccontare sul posto. Le selkie sono creature che vivono come foche nel mare che, una volta all'anno, scendono a Mikladur, si tolgono la pelle da foca e passano un giorno intero a ballare e festeggiare tra gli umani. Un giovane contadino si innamorò di una selkie e l'anno successivo si nascose tra gli scogli in attesa del suo ritorno. Quando la selkie si tolse la pelle, abbandonandola sugli scogli, lui la prese di nascosto e la nascose. Quando la selkie tornò assieme alle altre sue compagne agli scogli, non poté rientrare in acqua senza la sua pelle. Il giovane contadino si rivelò e la costrinse a sposarlo. A voi scoprire, se vorrete, come va a finire.
La vista della punta di Kalsoy dalla collina di Klakkur - Copyright Pianeta Gaia
A parte qualche altro scoglio e una paio di belle vallate, non c'è molto altro da vedere nell'isola che, stretta e montuosa com'è, è in gran parte attraversata da gallerie. Se avete tempo, vi consigliamo, al ritorno a Klaksvik, di ascendere la collina di Klakkur - una salita a tratti ripida ma non lunga - da cui si gode, se non c'è nebbia, di una grandiosa veduta della punta dell'isola di Kalsoy e delle isole circostanti, nonché una bella vista di Klaksvik dall'alto.
ESPERTO: Viaggi etnografici e alternativi
Roberto