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Il giorno seguente alla visita del monastero di Voronet, ho visitato il monastero di Humor in una cornice insolita: fin dalla sera precedente aveva nevicato copiosamente – nonostante fosse aprile inoltrato – in quella che i locali hanno definito la più grande nevicata dagli anni '60. Si ritiene che questo monastero sia stato il primo ad essere stato affrescato, e i suoi dipinti murali esterni, realizzati nel 1535 da Toma di Suceava, sono considerati i meglio conservati assieme a quelli di Voronet, nonostante gli appena appena 5 mm di strato di gesso sul quale poggiano. I motivi per i quali questi capolavori siano resistiti alle intemperie non è chiarissimo e si ritiene che parte del merito sia dovuto agli inverni freddi ma limpidi.
Il monastero di Humor sotto la neve - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
A Humor il colore dominante è il marrone e anche qui le scene sono dipinte anche a scopi didascalici: probabilmente i destinatari di queste raffigurazioni non erano solo dei contadini analfabeti ma anche dei rudi soldati, che in un'epoca in cui si temevano un assalto dei Turchi da un momento all'altro, spesso venivano accolti nelle chiese, vale a dire i monumenti più importanti da difendere. È probabilmente per questo che gli affreschi pullulano di immagini di cristiani decapitati dagli invasori, immancabilmente con l'aureola.
Veduta laterale del monastero di Moldovita - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
In seguito ho visitato il monastero di Moldovita, fatto costruire da Petru Rares, successore di Stefano il Grande, raffigurato in un affresco interno nell'atto di porgere la chiesa a Cristo. La parete meridionale raffigura l'assedio di Costantinopoli del 626 da parte dell'esercito persiano ma, probabilmente per motivi politici, gli aggressori sono raffigurati come Turchi, i nemici del momento. Il colore dominante negli affreschi, anche questi opera di Toma da Suceava, è il giallo.
Un particolare del soffitto affrescato del monastero di Moldovita - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
Purtroppo la neve non ha smesso di scendere per un solo momento (si sarebbe fermata solo nella notte) e non mi è stato possibile raggiungere il quarto dei principali monasteri dipinti della Bucovina, quello di Sucevita: la strada ricoperta di neve era anche in salita e ho rinunciato ad andare a cercar guai. Ma per fortuna avevo già avuto modo di ammirare buona parte di questi capolavori dell'arte sacra, caratterizzati da spettacolari dipinti esterni. Ma perché dipingere anche le pareti esterne, quando in tutto il resto del mondo gli affreschi, quando ci sono, sono esclusivamente all'interno, al riparo dagli agenti atmosferici? Si ipotizza che uno dei motivi sia dovuto al fatto che le chiese erano piuttosto piccole di dimensioni e che potevano ospitare al proprio interno solo la nobiltà. Il resto dei fedeli, povera gente non in grado di leggere, doveva assistere dall'esterno e poteva farsi un'istruzione ammirando le scene bibliche e i concetti etici raffigurati esternamente.
ESPERTO: Viaggi etnografici e alternativi
Roberto