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Molti sono i parchi che costellano il cosiddetto Grand Circle, l'anello dei parchi dell'Ovest degli Stati Uniti che, sparso tra Utah, Arizona, Nevada, New Mexico e Colorado, ricercata destinazione turistica già nell'800. Non c'è un viaggiatore degno di questo nome che non vi sia stato oppure che non sogni, presto o tardi, di visitarli. Ma non tutti sono così noti come il Grand Canyon o la Monument Valley, magari meno spettacolari ma comunque meritevoli di una visita, se si dispone del tempo necessario.
Lo Shakespeare Arch - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
Uno di questi è il Kodachrome Basin State Park, il cui strano nome non è legato a una sponsorizzazione ma al fatto che, quando era ancora quasi del tutto sconosciuto, la National Geographic Society, nel 1949, gli dedicò, sulla sua famosa rivista, un servizio fotografico per sperimentare una nuova pellicola della famosa casa americana. Nel 1962, quando l'area venne destinata finalmente a essere un parco statale, temendo ritorsioni il nome venne cambiato in Chimney Rock State Park ma la Kodak diede il permesso (chi rifiuta una pubblicità gratuita?) e quindi si tornò alla denominazione originale. Prima di questo servizio il parco era praticamente ignoto al grande pubblico: attraversato per la prima volta da una strada asfaltata solo nel 1930, fino ad allora era popolare meta per picnic solo per i pochi abitanti della zona.
La "sand pipe" più nota del parco - Archvio Fotografico Pianeta Gaia
Lo incontrete, se affrontate il Grand Circle in senso orario, dopo il Bryce Canyon e prima dell'Escalante Grand Stair Escalanante National Monument, percorrendo la Scenic B-way 12, una strada spettacolare che da sola giustificherebbe la ricerca del parco. Va detto che il parco non rivaleggia per bellezza col Bryce Canyon, ma se state compiendo questo giro in estate magari potreste apprezzare l'assenza delle oceaniche folle che affluiscono in parchi più rinomati e godervi, probabilmente, una visita in solitudine (in ottobre vi incontrai solo altri due visitatori).
Percorrendo la strada sterrata che lo attraversa, potrete visitare lo Shakespeare Arch, la cui visione sarà possibile solo dopo una breve passeggiata che parte dal parcheggio, e alcune "sand pipe", rocce dalle forme decisamente falliche, create dall'otturazione di antichi geyser. Se non avete voglia di avventurarvi in percorsi a piedi, sappiate che i punti più interessanti si possono visitare in un paio d'ore, il tempo ideale per spezzare una giornata di spostamento tra un pernottamento e l'altro oppure, come fanno alcuni fotografi, in attesa di ritornare al Bryce Canyon per sfruttare la calda luce del tramonto, visto che dista circa 30 km dal più famoso vicino.
Altra sand pipe, dalla forma equivoca (Archvio Fotografico Pianeta Gaia)
ESPERTO: Viaggi etnografici e alternativi
Roberto