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C’è gente che pensa che i deserti siano luoghi tristi, che non hanno nulla da offrire a un visitatore perché il nome stesso, deserto, fa pensare al nulla. Niente di più sbagliato. I deserti invece sono spesso posti stupendi, molto vari e non di rado estremamente fotogenici. Possono essere costituiti da dune di sabbia, da rocce o da un alternarsi di entrambe. Certo, non tutti sono imperdibili, ce ne sono anche di assolutamente insignificanti come ad esempio il Kyzilkum, il piatto e triste deserto dell’Uzbekistan, ma, per quanto mi riguarda, ho sempre avuto più soddisfazioni fotografiche da territori con poca vegetazione e orizzonti vasti in cui permettere allo sguardo di spaziare che nel fitto di una foresta pluviale, quella sì immancabilmente sempre uguale a sé stessa.
Deserto del Namib
Per me è il deserto più bello del mondo e so di non essere il solo a pensarlo. Ha la duna più alte di tutte (la cosiddetta Big Daddy, coi suoi 305 metri, supera qualsiasi altra), probabilmente la più fotografata in assoluto (la Duna 45, così chiamata dai kilometri necessari per raggiungerla dall’ingresso del parco di Sossusvlei) e una sabbia molto rossa che si accende alla luce del tramonto. Inoltre ha diverse vlei, pozze d’acqua effimere di fango bianco, a volte abitate da sinistri alberi neri seccati come la famosa Dead Vlei, che contribuiscono a farne un luogo estremamente fotogenico.
Dead Vlei, Deserto del Namib - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
Sahara
È il deserto più vasto del mondo e, anche per questo, si offre sotto vesti molto diverse. Le classiche dune a perdita d’occhio si trovano in a sud di Douz (Tunisia), nell’interno della Mauritania e altri paesi del Maghreb anche se le più scenografiche sono considerate quelle nei pressi di Merzouga (Marocco), non a caso location di spot pubblicitari nonché delle scene finali del film Marrakech di Salvatores. Per posti più selvaggi bisogna organizzarsi con autentiche spedizioni e spingersi all’interno. Si possono così ammirare le grandi pianure di sabbia del Ténéré nel nord del Niger, famose perché attraversate dalla Parigi-Dakar prima che cambiasse continente; lo spettacolare Tradart Acacus nel sud della Libia, sito dell’UNESCO per le importanti pitture rupestri e che alterna rocce, che a volte disegnano stupendi archi, ad alte dune di sabbia; il vicino Tassili, che si differenzia dall’Acacus principalmente per il fatto di essere in territorio algerino. Molto fotogenico è il piccolo Deserto Bianco in Egitto, dove dei blocchi di gesso, scolpiti dall’azione di occasionali piogge, si sono trasformati in bizzarre sculture.
Le dune nei pressi di Merzouga, Marocco - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
Salar de Uyuni
Il Salar de Uyuni è un enorme deserto di sale, la più grande distesa salata del mondo. Situato a 3650 metri sull’altipiano boliviano, è costituito da uno spesso strato di sale che oscilla dai 2 ai 10 metri di profondità. Non solo sale: vi si trovano anche litio, potassio, boro e magnesio, cosa che lo rende economicamente importante da sfruttare. Con le sue saline, il sottile strato d’acqua che lo ricopre nel periodo delle piogge (percorribile solo da jeep appositamente protette dal sale) che diventa uno specchio per incredibili effetti e una superficie completamente piatta che toglie qualsiasi riferimento prospettico (tipiche le foto dove uno sembra tenere in mano un’auto che invece è solo più distante), è un luogo ricco di spunti fotografici, specie quando inondato dalla calda luce del tramonto. Molto fotogenica la Laguna Colorada popolata di fenicotteri e l’isola di Incahuasi, ricca di cactus.
Effetto ottico nel Salar de Uyuni - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
Deserto australiano
Benché sulla carta sia diviso in zone con nomi diversi, fondamentalmente il centro dell’Australia è un deserto unico, essendo in pratica i singoli deserti uniti gli uni agli altri. Anche qui c’è alternanza tra zone di roccia e zone di sabbia di un bel rosso acceso molto fotogenico. Sono molti i siti che meritano una visita, al punto da rendere il Nuovissimo Continente una destinazione privilegiata per chi ama questo tipo di paesaggi: si va dalla conosciutissima Ayers Rock ai vicini Monti Olgas, dalle Devil’s Marbles che paiono gigantesche uova arrugginite alle puntute rocce del Pinnacles Desert. Meno conosciuti ma non meno scenografici dei luoghi citati sono i cosiddetti Bungles Bungles, strane montagnole stondate e striate del Western Australia e talmente delicate che è vietato scalarle per impedirne un veloce deterioramento.
Devil's Marbles, Australia - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
Montagne Rocciose
I Parchi dell’Ovest degli Stati Uniti sono destinazioni fra le più note del mondo e non c’è bisogno di grandi presentazioni: si va dalle nude rocce del Grand Canyon ai maestosi scenari della Monument Valley, dallo stupendo anfiteatro del Bryce Canyon agli arditi archi dell’Arches National Park. Per non parlare della Valle della Morte, capace di offrire tipologie di deserto anche molto diverse le une dalle altre in uno spazio relativamente piccolo. Eppure anche in una terra che sembrerebbe aver già rivelato tutte le sue meraviglie sono ancora tanti i paesaggi desertici poco conosciuti: gli strettissimi e magici Antelope Canyon (Upper e Lower), la surreale Wave al confine tra Utah e Arizona, talmente fragile che non può sopportare più di 20 visitatori al giorno (i biglietti sono sorteggiati tra i milioni che tentano la fortuna); le buffe rocce a forma di fungo del Goblin State Park; le rocce del Painted Desert dalle variegate sfumature color pastello che rendono al massimo quando colpite dalla luce radente di fine giornata.
Le dune di sabbia nella Valle della Morte, Stati Uniti - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
Wadi Rum
Luogo amato e ampiamente descritto da Lawrence d'Arabia nel suo libro "I Sette Pilastri della Saggezza, il Wadi Rum è uno dei deserti più scenografici caratterizzato dall’alternanza di sabbia e roccia e raramente vi troverete in un posto dove non vedrete entrambi questi elementi. Frutto dell'opera svolta in milioni di anni dal fiume Arab, è una distesa di sabbia che varia dal rosso all'ocra punteggiata di giganteschi monoliti di granito, palestra ideale per gli appassionati di climbing. Terra d'elezione dei beduini, in alcuni punti l’erosione degli agenti atmosferici ha portato alla nascita di ponti naturali di roccia.
Il ponte naturale Umm Fruth, Wadi Rum - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
Deserto di Atacama
Un po’ diverso dallo stereotipo che abbiamo più o meno tutti del deserto, quello di Atacama, nel nord del Cile, è il più asciutto del mondo. Chiuso tra due cordigliere che impediscono alle nuvole di sorvolarlo e, caso unico sul pianeta, letteralmente privo di oasi, è caratterizzato da paesaggi lunari e condizioni di vita talmente estreme che la NASA lo ha scelto come luogo dove sperimentare i veicoli spaziali Viking 1 e Viking 2 destinati ad essere inviati in esplorazione su Marte. In passato militarmente conteso tra Cile e Bolivia per i terreni ricchi di rame e nitrati, sa offrire inquadrature interessanti quando le vette innevate dei dintorni si specchiano in improvvisate pozze d’acqua.
Un particolare della Valle della Luna, Deserto di Atacama - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
ESPERTO: Viaggi etnografici e alternativi
Roberto